Vietato avere opinioni su Israele…

Vietato avere opinioni su Israele…

… che non siano quelle della classe dirigente sionista israeliana. Come potete leggere qui, Chef Rubio è stato querelato dalla comunità ebraica per alcune sue affermazioni su Radio Radio. Non passa giorno che i sionisi che si spacciano per comunità ebraiche e il governo israeliano attraverso i suoi organi diplomatici non minacci, faccia pressione, cerchi di annullare iniziative di critica alla macelleria genocidaria sionista in Palestina.

In definitiva queste lobby sono così influenti da impedire, inibire e far perseguire ogni voce critica con la scusa di antisemitismo (ma semiti sono anche i palestinesi!). Dispiace che le comunità ebraiche nostrane si siano fatte vere e proprie portavoce del regime razzista israeliano. E quel che è peggio è che viene usata una tragedia immane come la Shoa per avvalorare i crimini di Israele contro il popolo palestinese. A farne le spese sono gli ebrei dissidenti stessi, come Moni Ovadia, una vera spina nel fianco dei sionisti reazionari, perché diventa difficile dare dell’antisemita a un ebreo così come a Gideon Levy, altra figura di intellettuale dissidente. Peccato che tutta questa gente così “antinazista” non la vedi mai far pressione per bloccare la miriade di eventi e manifestazioni neofasciste e neonaziste, da Forza Nuova a Casapound a Lealtà e Azione. Il che la dice lunga sul carattere unilaterale e strumentale delle comunità ebraiche stesse, tutte allineate con le logiche imperialiste, e di Un’Europa che la memoria la usa solo quando cazzo le pare e per quel che cazzo le pare.

E’ capitato un mese fa in Val di Susa dove un circolo ARCI ha dovuto rinunciare a un’iniziativa già programmata, un incontro con un poeta palestinese, su diktat dei vertici di quell’associazione. Cosa denunciata dallo stesso Ovadia. Ma di casi del genere se ne possono contare a decine. Un po’ come l’inibizione a spazi istituzionali nei confronti dei “negazionisti”, ossia coloro che sulle foibe hanno una storia ben diversa da raccontare, rispetto alla vulgata ufficiale ,che ha sposato Mattarella in primis, le tesi fasciste nel nome della “repressione sugli italiani”, “dimenticando” il contesto storico, con le pratiche da sterminio di massa del fascismo contro le popolazioni slave del luogo e gonfiando un po’ i numeri delle italiche “vittime”.

Se vogliamo fare una sintesi di tutti questi episodi e prese di posizione e li colleghiamo ad atti pubblici come le giornatine del ricordo e dispositivi di legge come quello del Parlamento Europeo che equipara il comunismo al nazismo, non si può che giungere a una conclusione: è in atto in Europa, ma in particolare vieppiù in Italia, una mega opera di riscrittura della storia in chiave reazionaria sotto vari ambiti. Colpiti oltre al comunismo, ossia una visione socialista della società (tra l’altro la sola che potrebbe evitare le barbarie in cui stiamo cadendo), sono l’anticolonialismo e l’antimperialismo. Le mene di potenza tornano e sono state rilegittimate dapprima per strade trasversali, ma ora via via sempre più con belle dritte e autostrade percorse da zerbini mediatici e politici d’ogni risma, ignobili paraculi e pennivendoli vari.

Del genocidio palestinese palesemente in atto (e che si sta avviando al suo epilogo dopo il patto USA-Israele, unilaterale e a tutto vanataggio di Israele, che cancella definitivamente Camp David e che sancisce la situazione così com’è) non v’è traccia e sono lontani i tempi in cui persino Bettino Craxi (ladro e corrotto finché vogliamo), da premier  bloccò un aereo militare USA a Sigonella, mentre dai banchi di Monte Citorio rivendicava il diritto alla lotta armata del popolo palestinese, paragonandola alla nostra Resistenza.

Ora stanno cercando di legittimare anche sul piano legislativo la censura e la repressione su tutti gli argomenti scomodi e che la gente non deve conoscere, evidentemente perché le palate di merda mediatica non bastano più. Vogliono imporre la loro storia: quella imposta da un imperialismo sempre più pervasivo e controllore nell’era del 4.0, di Google che sa anche dove e quanto pisciamo e dei social media.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere, visto che non possiamo più neppure dire che c’è in ballo la libertà d’opinione e d’espressione e, con essa, la stessa democrazia. Quali?