Oggi le cose stanno così: mentre la magistratura avvalora e accerta che dietro la strage del 2 agosto c’era Licio Gelli che la finanziò, con la scusa del lockdown ingessano le celebrazioni, ma “in compenso” nel pomeriggio permettono la manifestazione fascista che sostiene la tesi dello stragismo palestinese e della RAF (Frazione dell’Armata Rossa tedesca).
E’ un copione ben collaudato quello di zittire ogni forma di dissenso a sinistra, mentre a destra si imbastisce e si dà spazio a una narrazione distorta e falsa degli eventi: dalla seconda guerra mondiale (vedi l’equiparazione del nazismo al comunismo) alle foibe, fino alla verità sulle stragi tanto indicata da Pasolini che già sapeva come noi: le stragi furono di Stato.
Nella repressione di lotte, manifestazioni, cortei, è in atto una grande opera di riscrittura della storia sotto qualsiasi governo; che ci siano le destre, il PD, i grillini: la polizia e i carabinieri, le prefetture vanno in senso contrario rispetto ai principi stessi della Costituzione, contro la libertà di pensiero, di manifestazione, dando spazio alla canaglia reazionaria fascista. Questi sono i fatti.
E con che faccia uomini e donne delle istituzioni in tutti questi anni, quaranta, si presentano anc0ra oggi a imporci il nulla con la loro prosopopea, quando sin dalla DC e oggi il PD non hanno mai fatto nulla per aprire un bello squarcio di verità nel paese? Anzi hanno occultato, favorito il nostro deep state di mutare pelle restando la stessa serpe velenosa.
Oggi manifestare a Bologna e andare in corteo fino alla stazione è quindi un atto di rivolta democratica, civile, fatto da chi qui come in Turchia, in Palestina, nel Kurdistan, in Bolivia, negli USA del Black Lives Matter, nel mondo vuole e lotta per un mondo di giustizia sociale, ma anche di affermazione dei diritti che nel nostro paese conquistarono i nostri padri con la Resistenza e con la Costituente. Diritti da sempre calpestati e negati a suon di stragi e repressione.
Oggi e sempre ci troverete contro chi vuole portare indietro gli orologi della storia a quelle dieci e venticinque del 2 agosto, contro chi vuole fissare per sempre l’ora dell’ignominia eretta a sistema delle classi dominanti e delle loro espressioni più reazionarie, di un dominio classista che con quelle maledette bombe fasciste non voleva destabilizzarsi ma divenire più autoritario. Ieri come oggi.