L’appello dei genitori di “Orso” Tekoser contro l’aggressione turca al Rojava

L’appello dei genitori di “Orso” Tekoser contro l’aggressione turca al Rojava

Si moltiplicano le prese di posizione internazionali contro l’aggressione militare del terrorista di stato Erdogan alla democrazia municipalista curda nel nord della Siria. Ora Trump è passato da una posizione pilatesca e di accondiscendenza verso le pretese belliche turche alla minaccia di sanzioni verso la Turchia. Le ragioni? Ambienti della politica statunitense e del Pentagono, la presa di posizione dell’UE contro l’attacco turco e le conseguenti dichiarazioni mafiose e ricattatorie di Erdogan verso l’Unione Europea di spedire 3,6 milioni di profughi nell’antico continente (che per altro hanno provocato la convocazione degli ambasciatori turchi alla Farnersina e a Parigi), hanno persuaso il presidente USA a cambiare linea.

La Resistenza popolare curda delle YPG e del PYD ha rotto l’isolamento che il solito copione occidentale di individuazione e criminalizzazione del nemico di turno crea sul fronte delle pubbliche opinioni. Intanto la Russia ha accusato gli USA della situazione che si è venuta a creare nel nord della Siria. Dunque il clima politico che si sta creando attorno alla mossa di Erdogan sta portando il dittatore turco all’isolamento internazionale. L’UE comprende che l’aggressione turca avrà ripercussioni in termini di riapertura del conflitto con i terroristi islamisti e una sicura recrudescenza terroristica in Europa. L’importanza del ruolo di contenimento da parte delle forze curde del terrorismo islamista è cosa ben chiara a Bruxelles ed è un elemento che gioca a favore dei curdi stessi. Va da sé che le scelte iniziali trumpiane rischiavano di creare un attrito politico con l’UE. E’ ancora presto per dire se la voce grossa USA e UE contro la Turchia è solo un teatrino o se seguiteranno fatti. Intanto però le mobilitazioni popolari a sostegno del Rojava crescono col passare delle ore.

Questo è l’appello della famiglia di Lorenzo ‘Orso Tekoser’ Orsetti, il partigiano caduto nella guerra di liberazione contro l’Isis.

LETTERA APERTA ALLA CITTADINANZA

Lorenzo Orsetti, nostro figlio e fratello, è morto il 18 marzo 2019 in Rojava, combattendo al fianco dei curdi e delle forze confederate della Siria contro l’Isis e gli ultimi resti del califfato.
La sua storia, la storia di un giovane che partendo da Rifredi aveva deciso di lasciare tutto, la sua città, casa, lavoro, famiglia, amici… per sostenere il popolo curdo in questa lotta, ha emozionato molte persone.

Vi scriviamo per chiedervi: volete abbandonare chi ha combattuto l’Isis?

Lorenzo è stato riconosciuto come un esempio di partigiano internazionalista e antifascista, che ha scelto da che parte stare e di schierarsi concretamente andando a combattere dove c’era bisogno di lottare per sradicare il fascismo che in quelle aree si stava affermando nelle forme dell’Isis e delle forze che lo sostengono.
Attraverso la sua scelta di vita e la sua morte ha fatto conoscere a tanti la realtà che si sta costruendo nel Rojava, nella zona nord-est della Siria, dove la democrazia che nasce dal basso, fondata sul rispetto delle diversità sociali e culturali, per una parità reale tra uomo e donna, sull’autogestione, sull’economia sociale si sta affermando.
Non tutti forse lo sanno, questa realtà si chiama Confederalismo Democratico, ed è un laboratorio sociale che nasce dalle idee di Oçalan, leader curdo del PKK, imprigionato da 25 anni nelle carceri turche, senza il minimo rispetto dei suoi diritti e delle sue garanzie. È un esempio di coesistenza tra i popoli, e quindi porta pace e sicurezza in un’area sociale così instabile e travagliata, scossa da attentati, conflitti stragi…
Ora questa realtà, costruita col sangue di oltre 11.000 curdi e 36 volontari internazionali, è minacciata e potrebbe essere distrutta.
L’esercito turco e i gruppi paramilitari che Erdogan sostiene nell’area – i quali non sono altro che un altro modo con cui l’Isis prova a riproporsi – si stanno preparando [e hanno già iniziato n.d.r.] ad attaccare il Rojava per eliminare la rivoluzione curda e tutto quello che rappresenta.

Questa aggressione militare turca si può ancora fermare, se c’è una mobilitazione generale.

Vi chiediamo: se abbiamo pianto per Lorenzo riconoscendo la bellezza del suo gesto, davvero non vogliamo fare nulla per impedire questa nuova guerra?
Abbiamo ancora voglia di scendere in piazza, protestare, gridare il nostro sdegno e la nostra rabbia indicando i mandanti e le colpe, mostrando la nostra voglia di un mondo più giusto e più umano?
Il comune di Firenze prenderà posizione? E la Regione Toscana?
Tutto serve per fermare questa aggressione, e serve ORA.

Lorenzo ha combattuto ad Afrin nel 2018, dove sono stati migliaia i morti causati dall’invasione turca: vogliamo continuare a sostenere Erdogan, l’esercito turco e l’Isis in questa guerra ingiusta, fornendo armi con le nostre fabbriche e soldi dell’Unione Europea per non aprire il corridoio balcanico ai migranti?
Molti hanno pianto per Lorenzo-Orso Tekoser combattente, colpiti dalla sua morte, ma ora potrebbe morire nuovamente, e con lui tanti giovani curdi e altri popoli che vivono nel Rojava.
Non facciamolo morire nuovamente, facendo morire gli ideali e la causa per la quale si è sacrificato.
Lorenzo ci ha mostrato che nessuna causa è così lontana e così estranea alla nostra vita, e che spesso è questione di scelte.

Alessandro, Annalisa e Chiara Orsetti –