E poi parlano di Bielorussia…

“La polizia è arrivata di fronte a casa di Dana, un intero quartiere di Bussoleno è militarizzato, ma si riesce ancora a raggiungere il presidio permanente attraverso le vie addiacenti. Un blitz in pieno stile per portare in carcere una donna, una compagna la cui unica colpa sarebbe quella di aver gridato le motivazioni del nostro No al Tav in un megafono. Ma noi siamo qui al suo fianco, non la lasceremo sola e non faremo passare liscia questa ennesima ingiustizia del forte sul debole. Raggiungeteci!”

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Lo sciopero della fame di Battisti e i soliti forcaioli

Nel carcere di Oristano, dove è detenuto, Cesare Battisti, ex appartenente ai PAC (Proletari Armati per il Comunismo) ha iniziato uno sciopero della fame. Perché? Certo non chiede caviale e champagne come millantano i vari media di regime, ma semplicemente per ragioni di salute: per  potersi cucinare riso in bianco per evitare i cibi troppo grassi e i fritti del carcere che per lui sono veleno. E per porre fine a un regime di isolamento di fatto illegale e arbitrario.

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Voglio iniziare il 2020 con questa immagine. Il ritratto dell’infamia

Il 2019 ci ha lasciato e se devo scegliere l’immagine più emblematica di questo anno, certamente per me è quella di Cesare Battisti esibito come un trofeo, tra i gongolamenti di Bonafede e Salvini. Il primo, pentastellato, è quello che si esibiva in tuta militare. Del secondo è già stato detto tutto. Non certo dal popolo delle sardine, che probabilmente con Salvini e Bonafede, come tutto il PD, condivide la logica forcaiola e repressiva, riservando la lacrimuccia ai soli migranti che finiscono in fondo al mare. Ma da coccodrilli, visto che gli essere umani nei fondali del Mediterraneo ci finiscono “grazie” a un altro trofeo stavolta del PD e di Minniti: l’accordo con i delinquenti di stato-fazione libici che ha inaugurato i lager in Libia.

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