Francia e Gran Bretagna, due populismi a confronto

Uno dei cavalli di battaglia degli atlantisti che santificano le attuali (false) democrazie liberali è spalare merda sulle opposizioni qualificandole come populiste e sovraniste. In realtà c’è una bella differenza tra forze politiche che rilanciano il sovranismo populista nel nome dei valori occidentali, e forze che ritengono che in Europa, l’UE sia una gabbia e ponga dei diktat ai parlamenti e alle popolazioni che non possono più decidere autonomamente cosa sia meglio sul piano economico e sociale, per non parlare della politica estera.

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Strazzami, ma di bombe saziami…

Mentre Trump scende a patti con i poteri che hanno gestito il deep state USA, ossia la triade Black Rock, State Street e Vanguard, e procede a vassallare l’Unione Europea, le cancellerie del vecchio continente che dirigono le danze per la guerra atlantista in Ucraina, capitanate da Gran Bretagna, Francia e Germania e le euroburocrazie rappresentate dalla Von Der Layen, manovrano per boicottare il più che palese accordo strategico dell’amministrazione USA con la Russia, che cambierà gli scenari internazionali, le alleanze, nello sviluppo inarrestabile del multipolarismo.

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Imbecillità imperante

I casi sono due: o gli inviati ad Anchorage Rosalba Castelletti e Paolo Mastrolilli per La Repubblica non hanno capito nulla, oppure hanno confezionato una versione fake propagandistica per la percezione stereotipata che hanno dell’opinione pubblica. Infatti il titolo del loro pezzo già si commenta da solo: Fallisce il vertice Putin-Trump.

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Cosa ci dice l’incontro Putin Trump

Come comunista, se devo analizzare gli esiti dell’incontro in Alaska tra Trump e Putin, ovviamente parto da due dati di fatto.
Un dato è soprastrutturale: entrambi sono rappresentanti di oligarchie capitalistiche dentro un quadro di democrazia parlamentare boghese.
Un altro è politico, poiché tra potenze capitalistiche c’è differenza. Mentre Trump esprime gli interessi di un imperialismo unipolare in declino e per questo più aggrssivo nelle sua frazioni di potere (oggi concentrate come deep state nella roccaforte europea, e ciò pone conraddizioni interne col MAGA non da poco…), Putin, ossia la Federazione Russa è di fatto il braccio militare delle potenze emergenti che si sono coagulate attorno ai BRICS e che hanno attratto altre potenze regionali che sono ancora oggi alleate dell’atlantismo a dominanza USA.

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Ognun per sé

Spiace dirlo, ma davanti a un genocidio in atto, a un intero continente che va verso la guerra e a una crisi economica e sociale dilagante, nel nostro paese non si è capaci di unirsi in una lotta che è di fatto esistenziale. Soprattutto a sinistra abbiamo una pseudo opposizione che in modo surreale pone questioni completamente avulse dal vero terreno di scontro, ma per il semplice fatto che una gran parte di essa, quella istituzionale ma non solo, è politicamente aggregata all’europeismo bellicista, alla deriva autoritaria del neoliberismo sfrenato.

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Il significato di questo 9 maggio

L’80° anniversario della vittoria sovietica e dell’intera Europa (1) sul nazifascismo è carico di un grande significato.
Non è tanto perché da ogni parte, come dalle cazzate di falsificatori seriali alla Rampini (2) sull’inesistente complicità tra Stalin e Hitler all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, alla consacrazione postuma dell’8 maggio voluta da Trump, alla presenza dei governi guerrafondai a Kiev in concomitanza con la parata di Mosca, si è cercato con la propaganda di azzerare il valore di questa ricorrenza. E non sono stati neppure i divieti dei governi dell’UE di far sorvolare l’aereo presidenziale del premier slovacco Fico, fatto grave mai accaduto neppure nei peggiori momenti bellici, a riuscire in questa misera e patetica operazione.

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Un uomo libero

Paolo Brunetti ci ha lasciato. Un amico, un compagno per chi sin dagli anni ’60 ho combattuto il sistema capitalistico nelle sue peggiori aberrazioni. Paolo lo ha fatto uscendo dalle facili retoriche e dalle giaculatorie da cencelli politicista tipiche del marxismo dottrinario, sperimentando e ricercando nei territori del dominio e della sopraffazione che tengono insieme il sistema stesso un percorso di critica e di liberazione. Qui in sintesi la sua biografia.

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La menzogna di Ventotene e il 25 Aprile

Appunti sulla Resistenza ieri e oggi

Questo 25 aprile è stato il peggiore di tutti: la Brigata Ebraica (1), che ha operato in Italia poche settimane per andare poi a sterminare gli arabi in Palestina, ha preso la scena di tutti i TG, mentre le manifestazioni realmente partigiane sono state demonizzate come episodi di intolleranza estremistica.

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Io non riconosco come antifascista un corteo filo ucraino!

Anche quest’anno a Bologna dovremo sopportare un corteo «antifa» e «antagonista» con le bandiere ucraine. Non solo ma c’è chi trova normale, anzi, necessario marciarci insieme, anche se poi ognuno dovrebbe andare per la sua strada. Io francamente gli amici degli ucronazi li lascerei marciare per conto loro e farei un altro corteo, realmente antfascista. Questi parlano di resistenza ucraina e dico, certo è vero che c’è: è quella che combatte per le Repubbliche di Donesk e Lugansk da oltre 11 anni, è quella delle madri che si fanno saltare nei covi dei reclutatori nazi, quelli che costringono a botte e torture i giovani ad andare a crepare al fronte. La Resistenza è quella che ha ammazzato Demyan Hanul: uno degli autori della stage di Odessa del 3 maggio del 2014.

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Il nemico marcia alla tua testa

Lo cantava Claudio Lolli ne La socialdemocrazia, mentre Valerio Eangelisti diceva che il nemico non è quello al tuo fianco. E neppure quello che hai di fronte aggiungo io. Il nemico è quello che sta sopra di te, che ti manda a combattere, mentre a casa la tua famiglie vive nelle ristrettezze dell’economia di guerra. La questione è sempre la stessa: o guerra imperialista, tra potenze del capitale o lotta di classe. E in quest’ultimo caso il pacifismo può essere un atteggiamento politico utile per lo sviluppo di un movmento della guerra, che però diviene risolutore se si vanno ad attaccare le strutture e le infrastrutture militari del nemico.

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