L’omicida di Youns esprime tutta la violenza leghista contr0 i migranti

L’omicida di Youns esprime tutta la violenza leghista contr0 i migranti

Voghera. L’assessore alla sicurezza Massimo Adriatici, esponente della lega e docente di diritto penale e procedura penale presso Scuola allievi agenti Polizia di Stato Alessandria, durante un alterco fuori da un bar ha sparato a Youns El Boussettaoui, 39anni, marocchino con la sua calibro 22, uccidendolo. Questo il fatto.

La magistratura ha subito derubricato l’accusa di omicidio volontario in eccesso di legittima difesa. Legittima difesa da chi e da cosa? Un uomo con la pistola da un uomo disarmato? Quando un uomo con la pistola incontra un uomo disarmato, l’uomo disarmato è un uomo morto, per parafrasare le parole di Gian Maria Volontè in “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone. Evidentemente per la “giustizia” italiana sono ad armi pari. Questo il reato.

Salvini si è subito lanciato sui precedenti di Youns, a giustificare l’atto del suo camerata di partito. Ma anche Enrico Letta è stato schifoso come buona parte dei media nell’allontanare semanticamente l’omicida dall’assassinio, scrivendo: “… è morto per colpa di una pistola”. Ossia la colpa sarebbe della pistola. Youns è morto (non è stato ucciso, è morto, fatto accidentale) per colpa non di un essere umano ma di un oggetto. Un capolavoro di diplomazia paracula verso la Lega che la dice lunga sulla priorità di mantenere un governo, il primo nella storia, che mette assieme tutti: dai post-comunisti ai fascisti, buttando nella monnezza l’antifascismo e le più elementari leggi del diritto penale. Questi i principali commenti.

Questo è il clima che si respira oggi nel paese: una partitocrazia completamente schierata per ragion di Stato con un governo neoliberista ultrareazionario, disposta a calpestare tutto e tutti pur di mantenersi in sella.

Ma c’è di peggio: c’è una destra reazionaria che ormai gode della più vasta impunità in un paese che sta andando a destra. I leghisti hanno fatto il salto di “qualità”: dalle parole ai fatti. La sottocultura populista e forcaiola dell’odio contri i migranti ha fatto buona semina.