Ce l’ha fatta. Potere al Popolo sarà presente alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna, grazie alla forza e alla perseveranza delle attiviste e degli attivisti, che in queste settimane hanno raccolto le migliaia di firme necessarie per partecipare. Con personaggi come il sindaco di Carpi, piddino, che non dava il permesso per l’utilizzo di suolo pubblico e le firme i compagni carpigiani hanno dovuto raccoglierle in comune. Sgarbi antidemocratici, arroganza, sorrisi di scherno e frasi sarcastiche nei social, di un ceto di centro-sinistra cinico, che magari dal cooperativismo manageriale e dal sindacato concertativo ha avuto tutto, carriera, stipendio, appalti.Ma questo non li ha fermati.
Domenica 15 dicembre c’erano tante facce pulite, tanti giovani e meno giovani insieme alla presentazione delle liste regionali e della candidata governatrice, Marta Collot, classe 1993, laureata e precaria. All’Hotel Europa, cn i due portavoce nazionali Viola Carofalo e Giorgio Cremaschi e con Nicoletta Dosio, esponente del Movimento NoTav si è parlato di temi che dovrebbero essere scontati per qualsiasi sinistra degna di questo nome: come il salario minimo e a 9 euro negli appalti pubblici, fermando il massacro al ribasso che fa passare salari a 2/3 euro e a degradare la qualità dei servizi erogati. Ma che fa ingrassare le laute prebende di manager di cooperative che con il cooperativismo sociale di tradizione emiliana non c’entra più un cazzo. Giustizia sociale, uguaglianza, diritti, tutti valori ed elementi di governo delle giunte comuniste d’un tempo, ancorati a una centralità del welfare pubblico, elementi che oggi non esistono più nella giungla metropolitana del business espresso da consociate e privati come Hera, FICO, EATALY, passanti stradali in una delle regioni che ha più dissesto idrogeologico, ingresso delle company del mondo assicurativo come Unipol e dei privati nella sanità pubblica, tutta la logica pro faccendieri e capitani coraggiosi di Bonaccini. Ma sappiamo bene anche che Borgonzoni non ha un programma diverso, con il suo populismo leghista e sia lei che il candidato del PD sostengono il progetto di privatizzazione e di discriminazione sociale più gettonato oggi: l’autonomia differenziata.
Se oggi la Lega è al 50% anche nella nostra regione non colpa di PaP, dei centri sociali, di chi lotta ogni giorno per i propri diritti e salari. Questa sinistra euroliberista ha prodotto guasti enormi in anni e anni di governi nazionali e locali. E ogi cerca una nuova credibilità senza cambiare di una virgola nulla: un regalo a Salvini. Per questo è necessario lavorare per costruire e affermare una forza politica che sappia esprimere un programma completamente alternativo alla riduzione a profitto di ogni ambito della vita sociale, dei servizi, che rimetta al centro i bisogni social il welafre pubblico, i diritti, i salari, che metta in discussione privilegi e grandi patrimoni.
Ora nella campagna elettorale, Potere al Popolo parlerà “ai nostri”, come giustamente ha sottolineato Viola Carofalo. Che i nostri siano lavoratori sfiduciati dalle svendite sindacali e di partito e che oggi votano Lega, o che siano popolo di sinistra che per tradizione e fideismo continua a votare chi li ha ridotti . Non si tratta di fare discorsi alti, rivoluzionari, ma di ripartire da quello che ci stanno togliendo giorno dopo giorno, da quello che è nostro di diritto come cittadini e nel lavoro, temi concreti. E’ questo che manca alla sinistra e continuare a ripetere gli stessi errori porterà all’ascesa delle destre senza che a sinistra sia nato nulla.
Siamo una società fatta di precari, gente che paga affitti esorbitanti, che subisce sfratti, pignoramenti, che andrà in pensione a 67 anni, che deve aspettare mesi per un esame medico, con figli a carico o pensioni insufficienti per pagare un affitto o arrivare alla terza settimana. Ecco chi sono i nostri. Potere al Popolo ha davanti a sé un lavoro politico lungo e difficile, che non si esaurisce certo in una tornata elettorale. Ma da più di due anni dalla sua nascita Potere al Popolo ha lavorato con metodo e tenacia, presente nelle lotte operaie dove possibile, dove può arrivare, affiancandosi ai sindacati conflittuali, con meccanismi decisionali democratici assembleari, dal basso e trasparenti.
E alla fine questo lavoro militante pagherà.