“Chi glielo ha fatto fare?” è quello che vi chiedete voi giornalisti, come in questo articolo di Stefano Baldolini su Huffington post. E la risposta è proprio quella che non vorreste sentire perché Barbero ha ciò che voi non avete: l’indipendenza di giudizio. Barbero dice quel che pensa, voi pensate quello che dice la voce del vostro padrone. Ragionate per etichette: è contro il green pass? Allora è un no vax! Critica l’uso strumentale delle foibe? Allora è un pericoloso estremista comunista.
In questo articolo c’è poi una perla esilarante: Tomaso Montanari viene definito “professionista del pensiero estremo”, il che la dice lunga sul grado di degrado settario e di pensiero unico al quale siete arrivati. Cari giornalisti: siete fascisti dentro, qualsiasi critica non è ammessa, soprattutto se viene da una sinistra che anche solo in modo blando mette in discussione nemmeno tutta, ma una parte soltanto delle narrazione dominante. Mi ricordo ancora i documenti del Montanari e dell’Anna Falcone che nemmeno citavano il capitalismo come responsabile della crisi totale in cui versa la società… professionisti del pensiero estremo!
La verità è che il pensiero critico non deve più nemmeno esistere ed è per questo che c’è la vostra macchina che del fango, che venga dal gruppo GEDI o dal Corrierone, da Libero o dal Giornale, da Mentana o da Mieli.
Barbero vi va bene quando non rompe i coglioni con l’attualità per la troppa merda che avete nascosto sotto il tappeto e parla di Carlo Magno e ci sta pure la rivolta dei ciompi, tanto gli analfabeti funzionali, che avete allevato in tutti questi anni, accostamenti con l’oggi non lo sanno fare. Non va più bene quando da storico interviene su fatti più attuali, facendo scoprire anche agli intellettuali più asserviti che la storia non è il bignami o il sussidiario, ma è fatta di ricostruzioni degli eventi che portano necessariamente a delle interpretazioni.
Ma oggi va di moda anche a sinistra, anche in quella più estrema, quella dura e pura, che non scazza, la neutralità dei tecnici: la storia, la scienza, come se fossero ontologicamente elementi astratti. E infatti è per questo che scientificamente parlando d’una scienza religiosa ci beviamo misure demenziali quanto fasciste come il green pass, o invochiamo l’obbligo vaccinale, sposando la scienza con la esse maiuscola.
Barbero, al di là di come lui la pensi sulla questione dei vaccini, ha fatto un’azione insieme ad altri 299 docenti universitari che quel nano servile di Gramellini non può nemmeno toccare con i suoi sputi a raso terra: ha rimesso al centro il diritto allo studio, ma in generale a godere dei diritti sanciti dalla Costituzione come elementi universali, come il lavoro e ad accedere ai servizi, che questo fascismo biopolitico sta scientemente (questo sì, ma di una scienza mengeliana) distruggendo. Già questa scelta di Barbero me lo fa candidare come futuro Presidente della Repubblica. Barbero non attaccherebbe e criminalizzerebbe una parte dei cittadini, sposando nel nome della “scienza neutrale” e di una “sanità neutrale” la politica dell’altra parte, quella dominante, della Confindustria, degli euroburocrati, della partitocrazia tutta inciuciata al vate del neoliberismo Draghi, come ha fatto Mattarella.
Quindi, cari giornalisti, quando parlate di Barbero, sciacquatevi prima la bocca da tutta quella semantica mainstream che vi omologa come maggiordomi di un sistema bipartisan che ci sta portando alla rovina.
In confronto a voi un onesto e ordinario professore di storia medievale che conosce il valore delle libertà ottenute a caro prezzo con la Resistenza al nazifascismo è un gigante.