La situazione in Ucraina sta precipitando in un’escalation bellica di cui non si vedono le proporzioni. Questo conflitto è il risultato di un allargamento a est della NATO che ha disatteso ogni accordo con la Russia, dal crollo dell’URSS fino agli accordi di Minsk. La vulgata dei nostri media al contrario parla di aggressività russa, ma in realtà la questione geopolitica è ben più vasta e le forze in campo in questo conflitto sono meno chiare di quanto ci vogliano fare credere.
In questo breve intervento toccherò tre punti.
Il primo si basa su quale sia il vero obiettivo e la partita in gioco da parte del blocco USA-NATO nell’usare l’Ucraina in funzione anti-russa, dal 2014 in poi, ossia da dopo il golpe di Euro-Maidan, che sarebbe più attinente chiamare USA-Maidan. Infatti sono gli USA che hanno sviluppato la strategia di attacco ed espansione a est nel continente europeo per un grade obiettivo: evitare la saldatura geopolitica tra potenze imperialiste europee riunite nell’entità UE e la Russia. Ciò avrebbe comportato la nascita di una formazione economico-sociale capitalista vasta e potente per tecnologie, sul piano industriale, per risorse energetiche estrattive e per flussi di merci e capitale costante affacciati sui mercati orientali, Cina in primis, ma anche India e il resto delle tigri asiatiche. Questo infatti è il vero problema statunitense: spingere la Russia verso le braccia della Cina bloccando così le relazioni e i commerci con l’Europa costituisce il male minore.
Il secondo punto è la spiegazione del perché l’Unione Europea, pur con la riluttante Germania e i tentativi di mediazione di Macron, alla fine è sempre schierata con gli USA attraverso il dispositivo guerrafondaio della NATO. Se guardiamo ai sistemi dipotere di ogni singolo paese. vediamo che sono attraversati da contraddizioni in seno alle stesse frazioni di borghesia imperialista dominanti. Infatti le euroburocrazie sono portatrici d’acqua non solo dei gruppi finanziari dominanti, quelli franco-tedeschi di Aquisgrana, ma di altri gruppi ancora legati saldamente al capitale multinazionale a dominanza USA. La spinta a un esercito europeo in quota ai complessi militari industriali europei, fortemente voluto dalla Francia, sono in contraddizione con il complesso militare industriale statunitense e in ambito UE e NATO è questo a dettar legge. Ecco perché alla fine il baricentro dei rapporti di potere segue l’agenda di Biden nel pianificare l’escalation.
Il terzo e ultimo punto è quello delle scelte italiane dentro questo quadro geopolitico. L’Italia con Draghi è definitivamente commissariata, non ha più una politica estera dinamica nei conflitti e nelle questioni internazionali. Non esistono più Andreotti e la questione medio-orientale, o il Craxi di Sigonella. Questi due anni di pandemia sono serviti a dare il colpo di grazie al nostro paese, assoggettando definitivamente i nostri cittadini alla pura accettazione di qualsiasi dispositivo di legge, decisione dell’esecutivo. Questo dato di fatto conferma quanto sostengono coloro che hanno denunciato subito che la gestione pandemica ha fatto dell’Italia un laboratorio di controllo sociale, ma a questo punto anche di agibilità politica senza ostacoli su qualsiasi scelta politica interna o estera. La crisi Ucraina non è di oggi e certamente con l’elezione di Biden e con il cambio di regime negli USA nel dopo Trump era già in cantiere da tempo questa escalation. La correlazione cosequenziale tra questa gestione del covid fatta di restrizioni con una campagna mediatica forsennata, terroristica e annichilente e dall’altra il passaggio a un’escalation militare a oriente è più che lecito pensarlo.
Oggi dunque non abbiamo più quesi movimenti di massa come per la prima guerra in Iraq, un ponte per Bagdad o Belgrado. L’encefalogramma popolare è piatto e lo stesso Letta, segretario del PD, il corrispettivo dei dem in Italia, può il giorni prima andare alla manifestazione pacifista di Don Egidio e il giorno dopo mettersi l’elmetto con il governo di cui il suo partito è il maggior sponsor che scalda i motori dei cacci e invia verso il fronte orientale convogli sterminati di mezzi militari. Una schizofrenia politica su cui la maggioranza della popolazione trova nulla da ridire e di cui gli frega assai poco. Un vantaggio decisivo per prendere qualsiasi decisione, anche la più estrema, senza che vi sia un batter di ciglia.
Chi nella sinistra antagonista non ha compreso le dinamiche di comando innescate con la pandemia, non può nemmeno capire il perché di questa debolezza di fondo di un antimilitarismo decotto e limitato alle generose prese di posizione di un padre Zanotelli. Quattro bandiere per cinque militanti fanno ben poco. Soprattutto se non si è stati interni ai movimenti conflittuali di questi ultimi mesi. Nel movimento no green pass che sta ristagnando il tema della guerra sta facendo capolino e questo è un fattore positivo. Ma certamente non sarà una sinistra di classe decotta e aliena alle nuove conflittualità sociali a poterci lavorare.