Sul sentiment del popolo…

Un contributo da France Insoumise (Melenchon) con alcuni spunti interessanti.
In particolare pongo l’attenzione su questo passaggio:
“L’inno nazionale e la bandiera non assumono mai il significato di sciovinismo o nazionalismo ideologico. Si tratta di una proclamazione d’identità cittadina: “la nazione siamo noi, il popolo”. Questo popolo si omogeneizza nell’azione e attraverso l’azione. Acquisisce progressivamente un’autonomia decisionale e di presenza pubblica.”

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Quale 1° maggio?

Il 1° maggio è festa del lavoratori e non del lavoro

Sarebbe da contestare il concetto di festa, con tutto il suo strascico di concertoni CGIL-CISL-UIL, a causa dei quali le lavoratrici e i lavoratori hanno ben poco da festeggiare: decenni di svendite a favore del mantra capitalistico che dagli anni ’80 in poi ha introdotto nella politica economica italiana e in quella europea occidentale il neoliberismo, ossia la messa a profitto di ogni pezzo di società e di stato sociale. Con un’Unione Europea che è nata su questi presupposti e che prosegue il suo ruolino di marcia a vantaggio non dei popoli europei e delle classi lavoratrici, ma dei gruppi della finanza e delle multinazionali.

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Perché il 1° maggio a Pesaro è importante

Riporto il volantone delle lavoratrici e lavoratori autorganizzati di Ravenna, che rappresenta la linea di continuità delle lotte popolari di questi mesi contro le restrizioni pandemiche dei governi borghesi e imperialisti e che ci porta a contestare il trasferimento da altre zone come l’Ucraina o la costruzione in zone densamente popolate e spesso a rischio alluvionale o sismico di vere e proprie bombe biologiche come il laboratorio di Wuhan, gestito in Cina dagli USA con la longa manu di Fauci, dai francesi e dai cinesi. Una linea di continuità che “guerra e pandemia, stessa strategia”, mette in organica correlazione la svolta bio-autoritaria su masse che non sono più cittadini, ma soggetti atomizzati messi al serraglio, a vantaggio delle filiere delle multinazionali sul piano produttivo e commerciale con la guerra imperialista preparata in tutti questi anni da un imperialismo atlantista in palese difficoltà di egemonia e, per questo ancora più pericoloso.

Siamo dunque sull’orlo di una guerra nucleare, che sia generalizzata o con bombe nucleari tattiche sul suolo europeo. I nostri governanti, che siano di destra o di sinistra, fanno tutti il gioco dell’atlantismo angloamericano, sacrificando gli interessi più vitali, ossia a un’esistenza degna e sicura, al lavoro, alle relazioni di una normale convivenza civile, tutti i cittadini europei: in Italia da Conte a Draghi alla Meloni senza alcun cambiamento di governance.

Per questo c’è un’unica strategia tra guerra esterna e interna:

· esterna contro i paesi che emergono nel multipolarismo sulla scena mondiale

· e interna contro le masse popolari ridotte a sudditi in una guerra sociale dall’alto in cui il grande capitale imperialista e predatore neoliberista riprende in mano le redini del blocco eurotlantico, concependo il welfare solo per la finanza e l’industria di guerra (fundware e warfare) e per il resto privatizzando tutto e precarizzando selvaggiamente il lavoro, cercando di azzerare ogni diritto scomodo, e in generale la stessa lotta di classe, sclerotizzando i rapporti sociali, tra capitale e lavoro in un loop biopolitico dove sindacati, organizzazioni sociali e politiche sono solo un’utile protesi di regime se non disturbano il manovratore.

A tutto questo c’è chi non ci è stato nei mesi della reclusione da covid e della speculazione sierica e oggi continua la lotta come autentica sinistra rivoluzionaria:

Ecco il testo:

Eccoli tutti d’accordo che ci accerchiano.

Identità digitale/tessera sanitaria, direttive di gestione sanitaria dettate da un organismo privato (Organizzazione Mondiale Sanità) creato e gestito dai “filantropi” con le loro associazioni “benefiche”. Gli stessi che controllano multinazionali, dettano programmi ai governi. Gli stessi che possiedono industrie di armi, farmaceutiche, sementi e prodotti per l’agricoltura, decidono quali merci consumeremo, quale cibo mangeremo, come ci cureremo, ecc… Decidono come viviamo e come vivremo.

Ovvio che “lo fanno per il nostro bene”, d’altronde loro sono divenuti forti, potenti, straricchi (avvelenandoci, espropriandoci e sfruttandoci) e noi, invece, siamo poveri o mediocremente benestanti e anche un poco coglioni. Ma per nostra fortuna ci sono loro “buoni e sapienti” portatori della “scienza”, quella “vera” e dogmatica (quella nata dalla tecnologia per il consumo/profitto) ci indicano la strada, redigono nuovi comandamenti, nominano nuovi sacerdoti e missionari, ne riempono ogni spazio, ogni comunicazione… E se ci fanno un pò di profitto è naturale, quasi un effetto collaterale, ma è sempre per il nostro bene…

Più che un accerchiamento sembra un cappio che stringe fino a

soffocare ogni differenza, ogni libertà, ogni alternativa.

Il 4 maggio

per dire NO alla privatizzazione/smembramento della sanità:

al cinema Gulliver di Alfonsine, piazza della Resistenza, ore 21 proiezione dell’inchiesta sulla sanità pubblica “C’era una volta l’Italia”. Riteniamo importante partecipare per parlare di come contrastarne la privatizzazione e i disservizi e ricatti che ci vengono imposti a causa di essa.

Solo l’organizzazione dal basso delle persone su obiettivi comuni può tentare di fermare l’attacco alla sanità e più in generale al reddito e alla vita.

Il 6 maggio

Saremo presenti alla manifestazione nazionale contro il rigassificatore di Ravenna

Per dire no:

– all’imposizione con la scusa e la minaccia di rimanere privi del gas con le relative conseguenze sulla popolazione. Per il governo ed i politici l’Italia è e deve rimanere uno Stato sottoposto alle scelte del grande capitale occidentale. Distruggere lo stato sociale a partire dalla sanità. Non c’è separazione: l’attacco è totale. Colpisce la vita, il futuro, il consumo e gli spazi d’agibilità politica e personale.

– perché la scelta dei rigassificatori va collocata in un contesto più ampio che riguarda le attuali scelte politiche italiane ed internazionali, vale a dire:

– il partecipare e sostenere attivamente una guerra voluta dagli Stati Uniti/NATO contro la Russia.

– sostenere la speculazione e l’aumento prezzi del gas, petrolio e delle altre materie prime.

– si approfitta dell’ennesima emergenza per collocarli sui territori senza neppure un controllo serio

– perché ENI prova ad imporceli fin dai primi anni 2000

– anche volendo tenere in considerazione il problema della cosiddetta “transizione ecologica” sempre più necessaria per gli effetti di un inquinamento planetario selvaggio e diffuso, pensiamo che le scelte da fare siano quelle che implichino importanti modifiche ai consumi, alle merci e alla loro durata.

Ripensamento dei valori, dell’uso e dei comportamenti, iniziando a ragionare e diffondere una diversa cultura che non sia più basata su un modello capitalistico di sfruttamento (sempre di più) e consumo (sempre meno per molti).

Noi e l’ambiente che ci contiene non siamo merci da usare/consumare per ricavare profitti o scarti da gettare perché il nostro lavoro non serve più.

Il 1 maggio

NO ai BioLab, basi USA/NATO, nocività e produzioni di morte.

manifestazione a Pesaro contro biolaboratori partecipiamo convinti che gli stessi siano estremamente pericolosi non solo per eventuali incidenti, ma per le loro ricerche che si occupano anche di modificazioni genetiche dal cibo, alle bio armi, ai farmaci e “vaccini” derivati da combinazioni genetiche tra uomini e animali, tra piante e animali creando così di fatto nuove forme di vita (manipolate appunto) difficilmente controllabili. I BioLab rientrano nella categoria delle basi della morte come le basi militari, le produzioni nocive, l’inquinamento ecc…

A riprova di ciò portiamo l’esempio dei BioLab di Sigonella (Laboratorio militare USA-NATO) e quello di Trieste passato recentemente dalla precedente proprietà (università) ad una cordata mista di multinazionali della chimica/farmaceutica e della guerra (Pentagono), ecc. ricevendo lo status di extraterritorialità (per capirci neppure i vigili del fuoco potranno intervenire senza il permesso della proprietà). Nessuno potrà effettuare controlli. Inoltre è promosso a BLS4 (cioè può contenere armi biologiche). Saranno costruiti 12 BioLab BLS3 che come ai precedenti una volta costruiti diventeranno di livello 4.

Il 12 maggio

proiezione del Film PIIGS

sala Ragazzini (largo Firenze lato retro chiesa s. Francesco) ore 20,30

dagli autori diC’era una volta l’Italia” documentario del 2017 che ci mostra come è iniziata l’attuale fase, l’austerità e l’attacco selvaggio alle nostra vita. “…un viaggio nel grigiore dell’Austerity che spaventa, fa riflettere e che non puoi perderti, perché – ehi – te lo chiede l’Europa. O forse no.” Segue dibattito.

Per la manifestazione contro il rigassificatore proponiamo uno spezzone unitario che ponga no alla guerra, no all’invio di armi, no alla imposizione emergenziale che ci riempie di opere utili solo al profitto.

Per poi continuare la denuncia della devastazione dei nostri territori sempre più invasi da cementificazioni e centri commerciali per orientare il consumo verso le “cattedrali commerciali”, per “abbellire” e nascondere la miseria che invece è sempre più diffusa con luci e “oggetti del desiderio” ed indebitarsi per possederle.

Nascondere le file alle mense per i poveri, per aiuti alimentari; nascondere le persone che perdono redditto, lavoro casa. Nascondere per evitare solidarietà ed empatia verso chi spesso si vergogna della propria condizione tanto è forte la propaganda che scarica le colpe dei governi servi della ricchezza su chi questa ricchezza la crea fino a subirne l’estrema conseguenza di esserne privato.

Insomma l’uno è il tutto. E il tutto è contro di noi. Quel tutto che piace a tutti i governi.

Un tutto da rifiutare senza esitazione. Occorre immaginare alternativa, organizzare resistenza.

Invitiamo tutte e tutti a non fermarsi alle sfilate necessarie ma insufficienti

e ritagliarsi un po’ di tempo per ritrovarsi

e discutere come organizzarsi per continuare.

UNITI SI Può UNITI SI VINCE

Lavoratrici e lavoratori atuorganizzati (Ravenna)

 

I compiti della sinistra rivoluzionaria che ha compreso le politiche imperialiste autoritarie

Ora che l’ondata di lotte anti-autoritarie contro le restrizioni pandemiche è in pieno riflusso, occorre lavorare all’organizzazione delle varie componenti politiche che sono rimaste come corpus militante.

I compagni  della sinistra rivoluzionaria di classe che hanno compreso il carattere antagonista di queste lotte e sono andati al di là delle vulgate che hanno frenato e deviato la gran parte della sinistra di classe fino alla complicità con l’attacco delle oligarchie imperialiste alle classi popolari e lavoratrici, e hanno sviluppato un percorso politico interno al movimento, devono portare in dote a queste componenti il meglio dell’esperienza della sinistra rivoluzionaria e dei comunisti.

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Bande musicali quelle dei nazisti, banditen i partigiani

LA MIA BANDA SUONA IL KOCH…

L’esternazione di Ignazio La Russa riguardo i “musicisti” che marciavano per via Rasella il 23 marzo del 1944 e fischiati con un bel bombardone dai Gruppi d’Azione Patriottica farebbe ridere se non ci fosse da piangere per una riscrittura metodica che ripercorre le tappe di quella che fu la Resistenza per arrivare dalle foibe che azzerano gli eccidi feroci dell’esercito mussoliniano nei Balcani alle esperienze socialiste del Ventesimo secolo.

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La proposta cinese e una riflessione di ordine generale

Non si tratta di questionare se la Cina è socialista o meno: la lotta di classe va portata avanti ovunque ci siano classi dominanti capitaliste.
Quello che divide i comunisti dalle loro caricature è la comprensione dell’attuale situazione storica mondiale: o sei per la distruzione dell’unipolarismo liberal-democratico o metti sullo stesso piano i contendenti per una sorta di ragionamento idealistico che ciancia di scontro tra imperialismi equiparabili tra loro.

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9 PUNTI SEMPLICI SEMPLICI PER DISTINGUERE I FASCISTI DAGLI ANTIFASCISTI

Adesso spiego perché secondo me la manifestazione di eri a Firenze è falsa-antifascista.
1. Dov’erano il PD e la Schlein, la CGIL, i grillini (che parlavano di”né di destra né di sinistra”) quando in tutti questi anni gli antifascisti veri prendevano le legnate della polizia, leggi lo Stato, che bonificava così gli spazi dati ai fasci di Casapound e Forza Nuova?
Questo per antipasto. Andiamo avanti.
2. Dov’era tutta questa amena gente pseudo-partigiana, i suoi governi quando il paese per mezzo di una pandemia di cui non si sa bene ancora se creata ad hoc o come parmigiano sul risotto, veniva sottoposto a restrizioni fasciste che hanno distrutto gran parte del tessuto economico, guarda caso le piccole attività, avvantaggiando la concentrazione di capitali con finanza e multinazionali? Il tutto per imporre dei sieri anche questi molto dubbi, ma che hanno fatto ingrassare big pharma e alimentato la corruzione (evito nomi e cognomi e così evito denunce…). Ve lo dico io: era con gli speculatori e agente di questo fascismo biopolitico.

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Residui

La kermesse anti-Sanremo, il Festival del Disarmo, è finita a schifio. Sono volati stracci tra i vari gruppi: chi l’ha organizzata e chi voleva avere il suo posto al sole. E di fronte a una situazione così catastrofica come l’imminenza di un conflitto su vasta scala, totale termonucleare o tattico continentale, non è propriamente simpatico. Protagonisti: CLN, Fronte del Dissenso, paragoniani, Alternativa, Italia qui Italia là, gruppetti che si contendono la carcassa del movimento no-GP e anti-obbligo vaccinale. Ma quando parlo di gruppetti non mi riferisco alla base, a  quei soggetti che continuano a ritrovarsi, bensì ai loro vertici malati di protagonismo. Anche con il PCI era idem con patate: la base era una cosa, la dirigenza un’altra. E abbiamo visto a dove ha portato.

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L’insurrezione immaginaria

Per il ventennale di Carmilla online abbiamo realizzato come redattori di Carmilla “L’Insurrezione immaginaria”, un’antologia di saggi su Valerio Evangelisti, il nostro direttore scomparso nello scorso aprile.
L’opera sarà pronta a breve e questa è la copertina che vi mostro in anteprima.
Sabato 15 aprile, pomeriggio, al Vag61 ci sarà la presentazione con la presenza dei redattori me compreso, in occasione della tre giorni organizzata dall’Associazione Valerio Evangelisti/ Il Sol dell’Avvenire.
Per le celebrazioni del ventennale di Carmilla online, sono previste iniziative un po’ ovunque. Vi terrò informati.

Noi non ci Sanremo, no non ci Sanremo…

Sembra che il video di Zelensky non sarà più una diretta, anzi non sarà più nemmeno un video ma una lettera che Amadeus o chi per lui leggerà dal palco dell’Ariston. Diciamola tutta: evidentemente hanno capito che ormai la gente ne ha piene le palle della guerra e della sua propaganda, che non attecchisce più. E i sondaggi che hanno in mano sicuramente parlano chiaro.

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