Augias e i coccodrilli

Fa notizia questi giorni Corrado Augias che restituisce ai francesi la Legion d’Onore: l’alta onorificenza d’oltralpe con la quale Macron ha insignito quel macellaio sanguinario di Al Sisi. Lo ha fatto per un sacrosanto motivo: avere lo stesso titolo onorofico del capobanda di quella oscena e criminale congerie di torturatori e assassini, ossia i servizi di intelligence egiziani che hanno torturato e assassinato Giulio Regeni, proprio non gli va. E ha ragione.

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Scusate se sono monotematico…

… ma quello che più mi fa arrabbiare è vedere che il vero scopo delle misure del governo in materia di covid19 non è quello di contenere i contagi, ma di accontentare chi ha più potere nella società facendo finta di prendere misure draconiane. Così accade che mentre i mezzi di trasporto si riempono alle sei del mattino di gente che va al lavoro, con zero controlli nei luoghi di lavoro, mentre le città si affollano di acquirenti natalizi, tra resse davanti ai negozi e “vasche” in centro città, la polizia ferma i podisti solitari al parco, multa a tutta gallara i comportamenti individuali, mentre i media colpevolizzano i cittadini, intere categorie come i giovani, quando la responsabilità è quella di un governo che ha fatto poco o nulla per potenziare la medicina di territorio, aumentare posti letto negli ospedali, assumere personale, mettere in opera misure per rendere normale l’iter per tutte le altre patologie, potenziare i trasporti pubblici.

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La menzogna del MES e la favola dell’Europa

Crescono in questi giorni le pressioni del PD, LeU e Italia Viva nei confronti dei pentastellati che hanno fatto argine, una sorta di linea del Piave riguardo il MES. Ovviamente i grillini (stavolta sostenuti dallo stesso Grillo) che passano per dissidenti, quando il non al MES era nel programma del movimento, non hanno la più pallida idea di quale sia la posta in gioco. Si oscilla tra un anti-europeismo del passato e una genrica paura di indebitare il paese, leggi: le future generazioni.

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Riflessioni pandemiche

Riporto sul mio blog questo intervento che ho pubblicato su Carmillaonline in data di ieri.

Trovo le polemiche interne alla sinistra di classe sul lockdown del tutto fuorvianti. Le accuse reciproche di negazionismo da una parte e dall’altra di sudditanza ai dettami imposti dal regime in materia di salute pubblica non colgono la questione essenziale che è un passaggio epocale, direi antropologico e non solo economico di crisi del capitalismo.

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Patrimoniale

In questi giorni nel “belpaese” ha tenuto banco tra i politicanti la patrimoniale. Non stiamo parlando certo di una radicale redistribuzione della ricchezza sociale, ma di una sorta di contributo simbolico (attorno al 1-3%) per le rendite sopra i 500 mila euro. Apriti cielo. Così come accade per chi intende criticare i vicoli europei, la mancanza di dati dei vaccini Moderna Pfizer (vedi il fango su Crisanti), anche per la patrimoniale i soliti cerberi dello status quo borghese, da destra e sinistra, si sono scagliati lancia in resta per allontanare anche la sola idea di togliere una sola cucchiaiata dall’oceano di danaro che i ricchi hanno non certo per il sudore della fronte.

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29 novembre con il Popolo Palestinese

Ieri è stato un anniversario importante per il Popolo Palestinese. Cito da Infopal: ”

29 novembre 1947 – Le Nazioni Uniti approvano la risoluzione 181 (votano a favore URSS, USA e Francia, ma gli Stati arabi votano contro; la Gran Bretagna, la Cina ed altri si astengono), che prevede la divisione della Palestina in tre parti:
– uno stato ebraico sul 56% del territorio
– uno stato palestinese
– una zona internazionale che comprenda Gerusalemme e Betlemme.
Il confine tracciato viene definito “Linea Verde”.

E’ l’inizio della catastrofe, che culminerà nel 1948, con la creazione di Israele sulle terre, sulle città e sui villaggi della Palestina, e con la diaspora di milioni di palestinesi.”

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Terrorismo di Stato. Ma non si può dire…

Provate a immaginarvi se un commando di Guardiani della Rivoluzione iraniani, attaccasse e assassinasse uno scienziato statunitense negli USA, o francese in Francia, o israeliano in Israele.
Tutta la stampa “libera” (leggi: asservita alle cancellerie e ai servizi di intelligence occidentali) griderebbe al terrorismo, e con una campagna martellante di demonizzazione preparerebbe il consenso ad azioni armate di ritorsione, che il mondo “libero” (leggi: dominato dalle forze imperialiste) riterrebbe non solo necessario, ma obbligato.

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Riprendo le pubblicazioni…

… dopo ben due mesi di problemi di salute non indifferenti.

Lo faccio con questo pezzo sulla pandemia e i limiti strutturale di sistema che si sono evidenziati.

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Come materialisti, i ragionamenti sulle società, le loro tipologie, le loro dinamiche si basano sempre sull’esperienza storica data di ogni realtà sociale. Ma supponiamo per un istante di ragionare ipotizzando una società come dovrebbe essere. E facciamolo partendo da una constatazione molto semplice: la pandemia ha evidenziato i limiti e diciamolo pure, le tare di questa società capitalista, dove oggi vige il neoliberalismo più sfrenato.

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Un chiarimento doveroso

Affronto per la prima volta un tema spinoso, dato che l’opinione riguardo al covid19 ha coinvolto e diviso anche la sinistra di classe e di lotta al pari delle posizioni politiche sulla Bielorussia, sulla positività o meno del bolivarismo e quant’altro. Innanzi tutto ritengo che la questione non sia nel diverso modo di vedere l’uso che le forze di regime fanno del fenomeno coronavirus che indubbiamente è legato più al controllo sociale e al mantenimento dei profitti del capitale monopolistico a detrimento del reddito da lavoro comprendendo anche la piccola impresa (vedi ristorazione, imprese del turismo, agricole, artigianato, ecc.).

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